sabato 3 ottobre 2009

Il Meccanotessile ancora protagonista - 03.10.09

Le affermazioni perentorie del sindaco Renzi circa la vendita dell'area del Meccanotessile hanno riaperto il dibattito sulla destinazione di uno degli Spazi docili fiorentini. E dire che proprio il nostro progetto aveva riportato il tema di quest'area all'attenzione pubblica attraverso una serie di interventi, tra cui la recente installazione per la Triennale dell'Ordine degli Architetti, da ignoti rovinata e in parte trafugata (si vedano i post in coda).
Ecco come il mondo politico fiorentino risponde al sindaco Renzi oggi, sabato 3 ottobre:
sulle pagine de La Repubblica si mostrano favorevoli alla vendita dell'area Meccanotessile l'assessore regionale Paolo Cocchi e il sindaco di Scandicci Simone Gheri, che ricorda: "la contemporaneità diffusa va benissimo, ma va pensata su dimensione metropolitana (...) Io intendo cioè un sistema di luoghi che vada oltre i confini di Firenze e abbracci l'area metropolitana, con i suoi punti d'eccellenza della contemporaneità. Compresi Prato e il Pecci".
Ma non tutti si trovano concordi con le affermazioni del sindaco; la capogruppo di Perunaltracittà Ornella De Zordo richiede un chiarimento in consiglio sul progetto di vendita, ricordando l'importanza della pianificazione partecipata.
Anche Valdo Spini replica che a Firenze manca del tutto uno spazio dedicato alla produzione culturale che rappresenti i fermenti e le tendenze artistiche attuali. E aggiunge: "Non esiste un luogo dove gli artisti, fiorentini e non, possano incontrarsi, scontrarsi, dialogare ed esporre le loro opere".
Oltre alle accese discussioni sull'area segnaliamo l'articolo de Il Nuovo Corriere di Firenze, che titola in prima pagina: "Il Meccanotessile? E' invendibile" e l'ex assessore alla Cultura, Simone Siliani, afferma che "l'edificio è vincolato dai beni culturali e buona metà è destinata a centro d'arte. E non si può cambiare".
Parole forti contro parole forti. Lo stato dell'intera area, intanto, non fa che mostrare ancora una volta la drammatica mancanza di idee lungimiranti e programmatiche su spazi pubblici fondamentali per la rinascita culturale di Firenze.

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