ambiente in cui osservare ed analizzare in vitro
esperienze estetico-politiche fondanti per il
progetto Spazi docili:
1) l'universo degli attivismi sociali connessi a
comitati e associazioni in difesa, a vario titolo, di
porzioni della città che cominciano ad usare con
naturalezza modalità espressive connesse all'arte
contemporanea (vedere in tal senso il sito e le
iniziative del Comitato: "Il Meccanotessile è dei
cittadini" e le manifestazioni dei comitati "Insieme
per San Lorenzo", "San Salvi" o "progetto Conciatori",
solo per citarne alcuni),
2) Il rapporto tra potere politico-istituzionale e cittadini
nell'elaborare progetti di sviluppo per la Firenze del
futuro (eclatante in tal senso l'impegno preso con gli
abitanti di Rifredi e con il comitato "Il Meccanotessile
è dei cittadini" che prevedeva l'apertura dello spazio
verde antistante la struttura abbandonata per ricavarne
un giardino, trasformatosi (silenziosamente) in una
planimetria che impegna la stessa area per molti anni
come cantiere per l'imminente Tramvia),
2) Il rapporto tra potere politico-istituzionale e cittadini
nell'elaborare progetti di sviluppo per la Firenze del
futuro (eclatante in tal senso l'impegno preso con gli
abitanti di Rifredi e con il comitato "Il Meccanotessile
è dei cittadini" che prevedeva l'apertura dello spazio
verde antistante la struttura abbandonata per ricavarne
un giardino, trasformatosi (silenziosamente) in una
planimetria che impegna la stessa area per molti anni
come cantiere per l'imminente Tramvia),
3) l'idea di spazio pubblico delle istituzioni locali.
4) il disco rotto della politica che piange miseria,
affermando continuamente che "soldi non ce ne
sono...", cercando di spingere alcune realtà culturali
in una condizione di autofinanziamento che
difficilmente riesce a sostenere progetti di livello.
5) le attività e gli eventi (pseudo e para) culturali
che ruotano sempre attorno ai medesimi spazi di
"potere", ai già noti percorsi cittadini o connessi per
lo più a poche personalità di riferimento che "permettono"
una creatività diffusa (del calibro "notte bianca", "notte
blu") che non ha nulla a che spartire con l'arte.
Le forme di intrattenimento sono componenti
importanti per la vita di una città ma non vanno confuse
con l'espressione artistica. Molte delle operazioni d'arte
di recente messe in atto durante le manifestazioni
primaverili fiorentine sono azioni inerti da un punto di
vista comunicativo, risultano "disinnescate" e
per lo più cercano di provocare, restando espressioni
ludiche (i manifesti esposti in città che mettevano a
confronto alcuni luoghi comuni di Firenze e del mondo
dal titolo: Firenze vs il mondo o della maxi
ragnatella a Palazzo Strozzi di Tape Florence)
o ibridazioni grafiche di street art che ripropongono cliché
oramai più che datati (vedi i segnali stradali rivisitati
da Clet Abrham).
Firenze è una sorta di zona franca, dove a più livelli è
possibile proporsi ed esporsi attraverso rapporti
privileggiati con i potentati di turno, che confinano
ogni evento in un circuito provinciale e autoreferenziale,
o utilizzare uno splendido scenario, che è poi la città stessa
(presentissimo nell'immaginario collettivo mondiale...
ricordate l'installazione di Graziano Cecchini al Belvedere?)
per le proprie operazioni creative da mostrare altrove o
semplicemente da aggiungere a curricula costruiti ad hoc.
l'opera di Graziano Cecchini
Ma la città di Firenze, attraversata da uno spasmodico
moltiplicarsi di eventi, segno evidente di una vitalità
culturale invidiabile, sta anche vivendo con trepidazione
le ricerche di resti mortali della "Monna Lisa"
all'interno del Monastero di Sant'Orsola in San Lorenzo.
Infatti da qualche giorno, operai, archeologi, antropologi
e troupe di giornalisti di tutto il mondo si susseguono
all'interno dell'edificio, sfigurato molti anni or sono da
decisioni criminali che hanno permesso il perforamento di
un chiostro medievale per consentire la costruzione di un
parcheggio sotterraneo (il tutto ben nascosto agli occhi
dei giornalisti internazionali). Spazi docili ovviamente non
poteva mancare, dal momento che lo stabile di Sant'Orsola
è uno dei luoghi storici per il progetto. E quindi eccoci qui
con un ulteriore sviluppo del progetto per Sant'Orsola:
"Monna Lisa Resurrexit".
moltiplicarsi di eventi, segno evidente di una vitalità
culturale invidiabile, sta anche vivendo con trepidazione
le ricerche di resti mortali della "Monna Lisa"
all'interno del Monastero di Sant'Orsola in San Lorenzo.
Infatti da qualche giorno, operai, archeologi, antropologi
e troupe di giornalisti di tutto il mondo si susseguono
all'interno dell'edificio, sfigurato molti anni or sono da
decisioni criminali che hanno permesso il perforamento di
un chiostro medievale per consentire la costruzione di un
parcheggio sotterraneo (il tutto ben nascosto agli occhi
dei giornalisti internazionali). Spazi docili ovviamente non
poteva mancare, dal momento che lo stabile di Sant'Orsola
è uno dei luoghi storici per il progetto. E quindi eccoci qui
con un ulteriore sviluppo del progetto per Sant'Orsola:
"Monna Lisa Resurrexit".
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