Non siamo scomparsi. Questo pausa è frutto di una
riflessione sulla mole di notizie, presentate dai mezzi
di comunicazione (e da noi raccolte e presto rielaborate),
spesso contraddittorie ma quotidiane e numerosissime
sugli spazi (docili) da noi individuati nel tempo. Abbiamo
notato come siano tornati di moda spazi addormentati da
tempo, come si sia (a parole) deciso il futuro di Sant'Orsola,
del Meccanotessile, della serra Roster presso il Giardino
dell'Orticultura e potremmo continuare. Le dichiarazioni
sono state molteplici, gli impegni sono stati presi con toni
solenni in vari appuntamenti istituzionali, dibattiti si sono
aperti (e subito richiusi), fiumi d'inchiostro hanno trovato
spazio su quotidiani locali e nazionali.
Nonostante questa vitalità inaspettata e il buon umore
rinvigorito dalla speranza l'orizzonte rimane fumoso e poco
definito. I luoghi, le aree, gli edifici che necessiterebbero
ben altre cure restano in silenzio, fatiscenti mentre
l'attenzione di chi di dovere si sposta su eventi spot,
su una fiorentinizzazione del centro e beghe calcistico-
architettoniche (cittadella sì-cittadella no).
Insomma quando viene sollevato il problema degli spazi
pubblici parte il dibattito che prima sovrasta i problemi,
poi li ingoia e come per magia sposta l'attenzione verso
altri lidi. In questo la retorica politica è insuperabile.
La miopia di una classe dirigente la si paga nel tempo e
senza interventi drastici certi spazi potrebbero in futuro
essere privati anche di una vetrina momentanea come è
avvenuti negli ultimi mesi. Il silenzio cala e regna sovrano,
anche se alle volte il silenzio può essere più eloquente di
migliaia di discorsi.
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