La materializzazione di un dispositivo. I linguaggi estetici per geneare strumenti cognitivi basati sull'intuizione (vedi A.Zmijewski). L'inconscio e l'irrazionale per far percepire lo spazio pubblico in maniera inaspettata.
L'oggetto: uno specchio con le due scritte contrapposte “HAPPINESS” (Felicità) e “SAFETY” (Sicurezza)
e due frecce.
L'azione: trasportare questo oggetto per le strade del centro di una città confrontandosi con le reazioni della gente.
Il contesto: il centro di Cardiff affollato da più di 100mila persone per la finale del 6 Nazioni di rugby e, contemporaneamente, per la festa di S.Patrizio (17 marzo 2012).
The materialization of a dispositif. Aesthetic languages used to shape cognitive tools based on intuition (see A.Zmijewski). The unconscious and the irrational used to make people perceive public space in unexpected ways.
The object: a mirror with two opposing pieces of text: "HAPPINESS" and "SAFETY" accompanied by two directional arrows.
The action: To carry this object through the streets of a city centre confronting people's reactions.
The context: the centre of Cardiff crowded with more than 100 thousand people for the finale of the 6 Nations Rugby Tournament and, at the same time, for St. Patrick's Day (March 17, 2012).
The materialization of a dispositif. Aesthetic languages used to shape cognitive tools based on intuition (see A.Zmijewski). The unconscious and the irrational used to make people perceive public space in unexpected ways.
The object: a mirror with two opposing pieces of text: "HAPPINESS" and "SAFETY" accompanied by two directional arrows.
The action: To carry this object through the streets of a city centre confronting people's reactions.
The context: the centre of Cardiff crowded with more than 100 thousand people for the finale of the 6 Nations Rugby Tournament and, at the same time, for St. Patrick's Day (March 17, 2012).
La performance di Spazi Docili [Docile Spaces] a Cardiff è stata l'occasione per continuare a sperimentare l'uso di linguaggi e dispositivi non razionali per affrontare lo spazio pubblico, come già fatto, ad esempio, con la processione della Statua di S.Orsola a Firenze, da noi realizzata con l'aiuto degli abitanti del quartiere S.Lorenzo.
Il nostro fine era di affrontare il flusso compatto di
persone presenti nel centro di Cardiff per costringerle a “scegliere”
un lato o un altro dando, di conseguenza, più rilevanza all'idea di sicurezza o
a quella di felicità.
Un’azione dal taglio relazionale volta a portare il pubblico, volente o nolente, ad esprimere il proprio approccio riguardo il proprio stile di vita e, contemporaneamente, rispetto ad un inaspettato intervento di arte pubblica.
Our aim was to address the dense flow of people present in the centre of Cardiff and to force them to "choose" one side or another, giving, therefore, more relevance to the idea of safety or to the other one of happiness.
A relational action aimed at bringing the public, willingly or unwillingly, to express its approach regarding its own lifestyle and, simultaneously, regarding an unexpected intervention of public art.
Più che la scelta razionale di una delle due aree di senso ci interessava l’aspetto
irrazionale e ineludibile del dispositivo messo in atto. Lo specchio, giocando
con il “doppio” e l'immagine riflessa dell'osservatore, ci è servito per “accordare” la
performance su di un livello non logico ma emozionale. Il cortocircuito tra
riflesso e parole chiave ha portato la gran parte delle persone a reagire,
come ci aspettavamo, in maniera NON razionale. La mancanza di tempo per razionalizzare
l’incontro con il proprio “doppio” e la contemporanea richiesta di scelta tra due
aree di senso così nettamente distanti ha creato sconcerto, angoscia,
divertimento, gioco.
Lo sconcerto per una situazione talmente inaspettata in un contesto non percepito come “confacente” ha finito con il rappresentare, come una cartina di tornasole, il rapporto della gente di Cardiff con lo spazio pubblico, con i linguaggi estetici, con l'arte pubblica, nonché la percezione di sé stessi e il grado di accettazione o rifiuto (assai intensi) di un confronto del genere. Per quanto molti si siano sforzati di apparire indifferenti, l'ineludibilità del dispositivo ha effettivamente provocato reazioni in chiunque ci sia entrato in contatto. La performance, così, è divenuta un catalizzatore di reazioni, tanto più interessanti quanto più dissimulate o inconsce.
The perplexity for a situation so unexpected in a context not perceived as "suitable" represented, as a litmus test, Cardiff people's relation with public space, with aesthetic languages, with public art. It also showed their perception of themselves and the degree of - very intense - acceptance or rejection of such a confrontation. As many tried to appear indifferent, the inevitability of the dispositif actually caused reactions in anyone who came into contact with it. The performance, thus, became a catalyst of reactions, the more interesting the more concealed or unconscious.
Alcune persone hanno palesemente tentato di ignorare questo
attentato alla loro tranquillità. E altrettanto palesemente hanno finito per
variare la loro traiettoria di cammino per scegliere, pur inconsapevolmente, una delle due
aree di senso, ribadendo così l’ineludibilità di un dispositivo del genere.
Altri hanno mostrato angoscia o stupore, come se trovassero
del tutto fuori luogo l'essere chiamati ad esplicitare preferenze così “intime” in uno spazio
pubblico, considerato, evidentemente, come spazio della rappresentazione sociale
più che della condivisione.
Altri ancora hanno intrattenuto con noi un gioco molto esplicito
di autorappresentazione, piazzandosi davanti allo specchio e usandolo per
aggiustarsi ostentatamente i capelli o gli abiti, ritenendo così di evitare o dominare un gioco che stavano, in effetti, subendo.
Non sono mancate, poi, le persone che hanno esibito il proprio processo di scelta o
il proprio dubbio in proposito affermando, gridando o comunque manifestando
esplicitamente la propria indecisione o il proprio favore per una delle due
aree semantiche.
Others showed angst or astonishment, as if they find completely out of place being called to show so "intimate" preferences in a public space, regarded, apparently, as a place of social representation rather than a space for sharing.
Still others took the opportunity to engage in a very explicit game of self-representation: they stood in front of the mirror and use it to ostentatiously adjust their hairs or clothes, presuming in this way to dominate a game which they were, in fact, subjected to.
There were also people who clearly displayed their process of choice or their doubts about it stating, shouting or otherwise explicitly expressing their indecision or their favour for one of two semantic areas.
Molti hanno interpretato la performance come una azione di “testimonianza religiosa”, forse anche per l'ampiezza di significato dei termini adoperati e per il gesto di portare in pieno silenzio “in processione” un oggetto, azione questa che crea un seguito ma che, allo stesso tempo, divide la folla, apre “biblicamente” il popolo in due. In effetti questa performance, come per la Statua di S.Orsola a Firenze, ricontestualizza in ambito civico-sociale un medium di stampo religioso come quello della processione.
Ci siamo anche resi conto di come fosse molto “mediterranea” l'idea di portare in ostensione una immagine, e ancor di più una immagine autogenerantesi.
Ci siamo anche resi conto di come fosse molto “mediterranea” l'idea di portare in ostensione una immagine, e ancor di più una immagine autogenerantesi.
We also realized how "Mediterranean" this idea of transporting a self-generating image around for contemplation is.
L'aver notato come questo dispositivo sia in grado di estrarre reazioni e informazioni sia da noi stessi, che dal pubblico che dalle persone dello staff preposte a documentare l'intervento (ci ha molto colpito cosa essi osservassero e come fotografassero/riprendessero l'azione) ci ha convinto a rendere questa performance uno dei format di Spazi Docili [Docile Spaces]. Replicheremo perciò questo intervento dovunque possibile e lo adopereremo come strumento per comprendere i nuovi contesti in cui ci ritroveremo ad agire.
Foto di David Pepper e Brychan Tudor
Photographs by David Pepper and Brychan Tudor
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