martedì 4 ottobre 2011

I tanti quesiti in sospeso dell'evento I 100 luoghi

In virtù di quale argomentazione le decisioni e le proposte di un comitato di cittadini possono essere ritenute come quelle da prendere in considerazione senza ascoltare i singoli cittadini cha decidono di non far parte dei comitati cittadini? Quali sono i processi sociali che portano i componenti di un comitato a ritenere “pericolosi cani sciolti” i singoli che segnalano necessità, problematiche, possibilità, idee e criticità?


Il protagonismo e l’agonismo temporaneo è una componente necessaria nella miscela della partecipazione o serve solo a far sentire coinvolti i cittadini più riottosi? Il decisionismo in salsa democratica messo in atto a Firenze comporta scelte forti e ponderate nell’immediato ma cosa comporta per il futuro?

Chi si prende la responsabilità di “rottamare”, senza chiedersi cosa si trova davanti alle ruspe, conosce il passato e la storia di quelle aree e di quelle strutture in cui interviene?

Che ruolo giocano i bambini in questi “processi partecipativi”? Come viene manipolata la loro presenza? Quale messaggio viene veicolato in questi incontri-assemblee, in alcuni casi con gli agenti pronti ad intervenire?

Perché è necessario decidere tutto in 100 assemblee nella stessa sera allo stesso orario in luoghi diversi? Siamo cittadini di Firenze o solo di alcuni metri quadri? Perché il desiderio di ricevere e ascoltare i cittadini dura 3 ore la sera delle assemblee dei 100 luoghi e poi via via scompare? Chi sceglie e come vengono scelte le proposte dei cittadini che poi l’Amministrazione decide di adottare nella realizzazione dei futuri progetti urbanistici?

tutte le foto dell'assemblea dei 100 luoghi sono state scattate da Elena Meini

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